Nel mio Studio faccio anche le fototessere: e secondo me hanno la stessa “dignità” di qualsiasi altro tipo di ritratto, solo che in questo caso la creatività è bandita, e l’obiettivo, se non è quello di valorizzarsi, è almeno di non apparire peggio di come si è in realtà…
Però lo confesso: esattamente un anno fa, come oggi, ho provato per la prima volta nella mia vita l’ebbrezza di fare la fototessera alla macchinetta.
Una fotografa che fa questo obbrobrio?? …sì, ma ho una giustificazione! Eravamo appena arrivati a Parigi e dovevamo fare l’abbonamento ai trasporti pubblici per i 3 giorni di permanenza nella Ville Lumiere: e per la card, serviva la foto. Che ovviamente non avevo (non sono solita girare per il mondo con la mia fototessera nel portafoglio). E quindi l’unica soluzione era la famigerata macchinetta in stazione.
Ve la voglio mostrare, a testimonianza dell’evento…

Ecco la pietra dello scandalo, la carta trasporti con la “foto segnaletica”… quella a fianco invece è la fototessera per il passaporto che mi sono scattata in studio (come al solito, autoscatto… per cui posso assicurare che quelle che faccio alle altre persone sono migliori!).
Lo so, la fototessera è sempre la foto che rende meno giustizia a chiunque: il volto deve essere perfettamente frontale, non si sa che espressione fare, si sgranano gli occhi per evitare di chiuderli quando scatta il flash, non si può sorridere, non si devono avere occhiali ingombranti o capelli davanti al viso, non ci devono essere ombre… insomma quanto di più innaturale e “piatto” possibile.
Eppure ogni volta che una persona entra in Studio, rassegnata a subire il “supplizio” della fototessera, io per prima cosa cerco di metterla a suo agio scambiando qualche parola. Poi facciamo un primo “round” di scatti, e mostro il risultato; nel caso non dovesse piacerne nessuno (per l’espressione, per l’acconciatura, per un dettaglio dell’abbigliamento…) si ripete l’operazione. Perché va bene che la fototessera non verrà stampata in formato poster o sbandierata a destra e a manca, ma non ci si deve neanche vergognare di mostrare il documento quando serve!
Questo vale sia quando ho a che fare con adulti, sia con i bambini (che il più delle volte si rivelano dei perfetti modelli, anche inaspettatamente, come quelli che di fronte all’obiettivo dei genitori sono “anarchici” e qui si comportano da piccoli lord o lady).
Va poi considerata un’attenzione extra per i più piccini: i neonati e i bimbi di pochi mesi non sono in grado di stare seduti per posare su fondo bianco come i grandi. E qui mi viene in aiuto un minimo di conoscenza “anatomica” e anche i corsi di fotografia newborn e baby che ho seguito, che mi consentono di essere attrezzata adeguatamente per realizzare anche le fototessere dei piccolissimi in totale sicurezza, comfort e zero stress (per loro e per i genitori): il mio cliente più piccolo aveva “ben” 5 giorni di vita… sono curiosa di come sarà cambiato quando faremo la prossima foto per il rinnovo della carta d’identità!
Insomma, per me anche una fototessera è importante e deve essere un’esperienza quanto più piacevole possibile.
E la scorsa settimana, ho ricevuto una recensione su Google a sorpresa, proprio a questo riguardo.
Non la condivido per “auto-incensarmi” (decisamente non è da me), ma perché credo che la testimonianza di chi ha testato il servizio, valga più di 100 mie parole…
